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Lettera di Mons. Morosini in occasione della Canonizzazione di Nicola Saggio da Longobardi
Carissimi Fratelli,
domenica 23 novembre il Santo Padre proclamerà santo il beato Nicola Saggio, Religioso non sacerdote dell’Ordine dei Minimi, alla quale io appartengo. Egli è nato il 6 gennaio 1650 a Longobardi (CS) ed è morto a Roma il 3 febbraio 1709. Fu proclamato Beato da papa Pio VI il 17 settembre 1786.
domenica 23 novembre il Santo Padre proclamerà santo il beato Nicola Saggio, Religioso non sacerdote dell’Ordine dei Minimi, alla quale io appartengo. Egli è nato il 6 gennaio 1650 a Longobardi (CS) ed è morto a Roma il 3 febbraio 1709. Fu proclamato Beato da papa Pio VI il 17 settembre 1786.
Al di là della mia appartenenza all’Ordine dei Minimi, penso sia doveroso da parte mia, Vescovo di questa Chiesa che è in Reggio Cal.-Bova, esortare clero e fedeli a ringraziare Dio perché arricchisce di un nuovo Santo la nostra Calabria.
San Nicola non era sacerdote; era un religioso oblato, che nel convento si dedicava al servizio dei frati e della comunità. Figlio di contadini conobbe il duro lavoro dei campi sino all’età di 20 anni, quando, contro il volere dei suoi genitori, decise di entrare nel convento di Paola.
Le mansioni che egli svolse nella vita conventuale furono semplici: sacrestano, ortolano, dispensiere, cuoco, questuante. A Roma svolse anche il ruolo di catechista in Parrocchia: i genitori dei bambini facevano a gara per avere fr. Nicola come catechista dei loro figli. Durante gli anni di permanenza a Roma prestò grande attenzione ai poveri, che, numerosi, bussavano alla porta del convento. Perfezionò la sua vita spirituale, da una parte fino ad offrirsi vittima sacrificale al Signore per il bene della Chiesa, e dall’altra fino a godere del dono di una mistica straordinaria. Dio gli fece il dono di aprirsi con fede e amore al mistero della SS.ma Trinità, sino a parlare di essa con profondità teologica, per cui gli stessi professori e studenti di teologia, che stavano nel Collegio di S. Francesco di Paola ai Monti in Roma, andavano da lui per ascoltare delle altissime lezioni di teologia. Il suo amore per la Trinità era talmente forte che bastava solo mostrargli tre dita perché lui si mettesse in atteggiamento di adorazione e di contemplazione. Gli studenti Chierici per gustare la trasformazione estatica del suo volto, ripetutamente mostravano le tre dita.
Carissimi fratelli, la Chiesa, dichiarando Santo questo umile figlio di S. Francesco di Paola, ci mostra un nuovo esempio di cammino fedele a Gesù Cristo. La peculiarità di questo cammino la possiamo indicare in questi punti:
· La fede non ha necessariamente bisogno di una sapienza umana. Il mistero di Dio va vissuto e adorato anzitutto nella profondità del proprio cuore; solo dopo che il cuore si è posto in sintonia con Dio si può essere investigato il mistero di Dio con l’intelligenza. Se l’indagine teologica non conduce ad una esperienza forte di Dio è inutile. Il vero teologo non può non essere prima uomo di Dio. · Ancora una volta si rivela vera la preghiera di Gesù, che ringrazia il Padre di aver svelato il suo mistero ai semplici e agli umili e di averlo nascosto ai saggi di questo mondo.
· La vita contemplativa, intesa come ricerca forte di Dio, non si distacca mai dall’impegno di carità per i fratelli. Come già altri santi, S. Nicola Saggio, non ha trovato difficoltà a vivere il comandamento dell’amore nelle due dimensioni: verso Dio e verso il prossimo.
· Ha amato la Chiesa con tutti limiti e le imperfezioni che essa presentava, consapevole che solo attraverso l’amore l’obbedienza si riesce a rinnovarla. Da qui la sua capacità di donarsi e di offrirsi per il bene della Chiesa per la cui salvaguardia si offrì come vittima sacrificale.
E’ un esempio per tutti noi, che da oggi siamo invitati ad invocarlo e ad imitarlo.
+ p. Giuseppe
Vostro Vescovo
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