Cos’è il sinodo?
Sinodo è una parola composta da due termini syn, insieme – odos, camminare – fare strada. Dunque«sinodo» indica un cammino che si compie insieme e rinvia all’esistenza di una comunità che compie un cammino, che si mette in cammino, che fa l’esperienza del camminare insieme.
Non un convegno, dunque, ma un’assemblea, finalizzata a favorire “la consapevole riflessione e la spontanea collaborazione di tutti i membri della comunità diocesana”: uno spazio di comunione e di sintesi, diretto a edificare i percorsi pastorali tracciati dal Concilio Vaticano II coniugandoli con le esigenze dei giovani della città di Reggio.
Il Codice di diritto Canonico definisce il Sinodo come « l’assemblea dei sacerdoti e degli altri fedeli della Chiesa particolare, scelti per prestare aiuto al Vescovo diocesano in ordine al bene di tutta la comunità diocesana » (can. 460).
Il Vescovo è il legislatore del sinodo diocesano (can. 466) e l’assemblea del Sinodo ha una fondamentale funzione consultiva finalizzata ad aiutare il vescovo nel suo servizio pastorale.
È, pertanto, un’esperienza di comunione che richiama alla responsabilità dei battezzati e che si coniuga al servizio di autorità del Vescovo sulla diocesi: è un’esperienza che supera insieme sia la forma democratica di una decisione assunta da una maggioranza rispetto ad una minoranza, sia la forma autoritaria di una decisione che viene maturata da un singolo e imposta a tutti.
Il cammino che si compie è dunque quello di un discernimento comunitario, illuminato dallo Spirito, e che si compie nell’ambito di una forte esperienza di comunione vissuta dalla comunità diocesana.
Perchè il Sinodo dei giovani
I perché di un Sinodo dei Giovani sono tanti. E ciascuno di questi ha un enorme valore in sé.
Perché … non è certamente un’iniziativa ma è piuttosto un’occasione. E’ un’opportunità consegnata nelle mani dei giovani perché siano questi a guidarla con responsabilità e costruirla a loro misura. Si tratta di uno spazio serio, aperto alla partecipazione di tutti (non da spettatori muti ma da interlocutori privilegiati), ricco di incontri, foriero di progetti (credibili) per la nostra Chiesa e il nostro territorio.
Perché … si respira un’aria nuova, propositiva, carica, appassionata come appassionati sono i giovani che stanno costruendo e vivendo questo sinodo. E’ innegabile che oggi siano molti ad offrire sulla carta, e in maniera più o meno disinteressata, spazi di protagonismo ai giovani; pochi sono coloro che offrono diritto di cittadinanza e di espressione sugli snodi più delicati del nostro tempo. Il Sinodo si qualifica sotto questo profilo come un’ esperienza controcorrente: non un momento per giovani … ma un percorso dei giovani.
Perché … lo stile è di casa. Lo stile del confronto scevro dalla necessità di ricevere o fornire risposte preconfezionate su temi che oggi sono di tutti: la famiglia, l’affettività, la politica, lo studio, il lavoro, la fede, i valori; lo stile del dialogo maturo con le istituzioni, le più importanti agenzie educative, la Chiesa; lo stile del silenzio che si fa ascolto perché emerga l’essenziale (e il vero), perché trapeli ciò che i giovani pensano e sperano non da disillusi ma da uomini di speranza, sfatando il mito del disinteresse e del disimpegno che non costituiscono una prerogativa giovanile.
Perché … è una scommessa perché mette insieme esperienze e carismi diversi non con lo spirito della semplice comunicazione ma con l’aspirazione della condivisione di idee, obiettivi, tempi e strumenti. L’esperienza del sinodo è palestra per sperimentare la strada della comunione, impegnativa ma profonda perché supera la logica della somma e accoglie quella della sintesi che moltiplica il valore dei singoli contributi.
Perché … è un laboratorio che si modella sulle esigenze di chi vuol raggiungere, che si mette in discussione e si rinnova; perché guida al cuore delle cose e tenta di farne emergere il senso. perché è un cammino che non rimane estraneo alla vita ma si mescola con questa predicando la speranza non come attesa vuota ma come sentimento che muove.
C’è dunque più di una ragione per guardare al Sinodo dei Giovani come ad una di quelle occasioni da non lasciarsi sfuggire, da accogliere con entusiasmo, da vivere da protagonisti scommettendoci sul serio.
Marcella Falcone
giovani.reggiobova.it